L'ECCELLENZA NELLA PRODUZIONE DI PREFABBRICATI IN CEMENTO PER IL TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE A NOTO (SR)

Informazioni tecnico-normative generali

Inquadramento normativo

In riferimento a quanto indicato dal Regolamento UE n. 305/2011, non esiste una norma europea armonizzata totalmente applicabile per le vasche settiche “TIPO IMHOFF” e per tanto la commercializzazione va in deroga alla sottoscrizione della DoP e all’apposizione della marcatura CE al prodotto da parte del produttore.

La normativa nazionale vigente riferita alla delibera del “Comitato dei ministri per la tutela delle acque dall’inquinamento” del 04/02/77 allegato 5 paragrafo 4 (S.O.G.U. n. 48 del 21/02/77) descrive i manufatti, ne specifica il proporzionamento dei volumi interni e le modalità di smaltimento del refluo effluente.

I regolamenti regionali e locali (in ottemperanza al D. Lg.vo 152/2006 art. 100) prescrivono criteri e metodologie impiantistiche in riferimento a tale normativa.

Ad oggi la suddetta delibera è l’unica normativa tecnica vigente applicabile, pertanto la conformità delle vasche settiche tipo Imhoff dovrà riferirsi alle disposizioni tecniche prescritte in tale normativa.

Va altresì detto che l’installazione di una vasca settica tipo Imhoff è soggetta al preventivo rilascio di autorizzazione da parte degli enti di competenza territoriale (comuni, province, regione).

Tale autorizzazione (autorizzazione allo scarico) va richiesta dal proprietario dell’immobile oggetto dell’intervento, allegando alla stessa un fascicolo tecnico corredato da relazioni tecniche, indagini idrogeologiche ed elaborati grafici redatte da tecnici abilitati.

Detta documentazione deve descrivere

Lo schema tecnico di tutto l’impianto di trattamento completo dell’annesso sistema di smaltimento secondario del refluo trattato, l’ubicazione con la determinazione delle distanze di rispetto, la qualità e la quantità delle acque da trattare, il dimensionamento con il numero degli AES (abitanti equivalenti serviti), i metodi di trattamento adottati per il rispetto di eventuali limiti di emissione dell’effluente (rispetto dei limiti tabellari locali), la dichiarazione di conformità della vasca settica tipo Imhoff rilasciata dal produttore.

Definizione tecnica del sistema Imhoff

Sotto tale termine rientrano tutti i manufatti che, come definito dalle norme tecniche di cui alla delibera del C.I.T.A.I. del 4 febbraio 1977 allegato 5 paragrafo 4, sono caratterizzati dal fatto di avere due comparti nettamente distinti, uno superiore di sedimentazione (comparto di sedimentazione) ed uno inferiore di accumulo e digestione anaerobica dei fanghi sedimentati (comparto di digestione).

II processo di trattamento anaerobico che si attiva nel comparto inferiore (comparto di digestione), determina la trasformazione di parte delle sostanze organiche, principalmente in acqua, anidride carbonica, e gas metano:

La conformazione delle vasche e’ studiata in modo che i gas che si sviluppano nel comparto inferiore (comparto di digestione) non abbiano ad interferire con il processo di sedimentazione che si realizza nel comparto superiore; inoltre, l’entrata e l’uscita del refluo sono localizzate solo nel comparto di sedimentazione.

Non sono assimilabili ad Imhoff le fosse settiche vere e proprie (tuttavia talvolta, impropriamente, col termine “fossa settica” si intendono le Imhoff). 

(Stralcio bibliografico tratto dalla pubblicazione edita da ARPAL  Agenzia Regionale Per la Protezione dell’Ambiente Ligure, titolata “Linee guida per l’istruttoria autorizzativa dei sistemi di trattamento delle acque reflue domestiche ed assimilate “http://www.arpal.gov.it/files/ACQUA/LG_SCA_DOM_rev02.pdf).

Stralcio estratto dall'allegato 5 par. 4

DELIBERA C.I.T.A.I. DEL 04-02-1977

S.O.G.U. N° 48 DEL 21 FEBBRAIO 1977

4 - VASCHE SETTICHE TIPO IMHOFF

Le vasche settiche tipo Imhoff, caratterizzate dal fatto di avere compartimenti distinti per il liquame (comparto di sedimentazione) e il fango (comparto di digestione), devono essere costruite a regola d’arte, sia per proteggere il terreno circostante e l’eventuale falda freatica, in quanto sono anch’esse completamente interrate, sia per permettere un’idoneo attraversamento del liquame nel primo comparto (comparto di sedimentazione); permettere un’idonea raccolta del fango nel secondo comparto sottostante (comparto di digestione) e l’uscita continua, come l’entrata del liquame chiarificato (dal comparto di sedimentazione).

Devono avere accesso dall’alto a mezzo di apposito vano ed essere munite di idoneo tubo di ventilazione.

Per l’ubicazione valgono le stesse prescrizioni delle vasche settiche tradizionali.

Nel proporzionamento occorre tenere presente che il comparto di sedimentazione deve permettere circa 4/6 ore di detenzione per le portate di punta; se le vasche sono piccole si consigliano valori più elevati; occorre aggiungere una certa capacità per persona per le sostanze galleggianti.

Come valori medi del comparto di sedimentazione si hanno circa 40 / 50 litri per utente; in ogni caso, anche per le vasche più piccole, la capacità non dovrebbe essere inferiore a 250 / 300 litri complessivi.

Per il compartimento del fango si hanno 100 / 120 litri pro capite, in caso di almeno due estrazioni all’anno; per le vasche più piccole e’ consigliabile adottare 180 / 200 litri pro capite, con una estrazione all’anno.

Per scuole, uffici o officine, il compartimento di sedimentazione va riferito alle ore di punta con minimo di tre ore di detenzione; anche il fango si ridurrà di conseguenza.

Il liquame grezzo entra con continuità, mentre quello chiarificato esce; l’estrazione del fango e della crosta avviene periodicamente da una a quattro volte all’anno; buona parte del fango viene asportato, mentre l’altra parte resta come innesto per il fango (all’avvio dell’impianto si mette calce); i fanghi estratti devono essere obbligatoriamente conferiti a ditte specializzate e autorizzate per il trasporto agli impianti di depurazione e smaltimento.

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